Epson e Yuima Nakazato: un ambizioso progetto verso la moda sostenibile.

Dall'usato al non-woven: le nuove frontiere della moda sostenibile
A seguito di una maggiore consapevolezza riguardo l’impatto ambientale dell’industria del fashion, molti consumatori, ma anche molte aziende, si stanno indirizzando sempre più frequentemente verso una moda sostenibile.

Se fino agli scorsi anni le opzioni erano acquistare capi vintage o pre-loved, oppure riciclare i vecchi indumenti nel cosiddetto TNT “tessuto-non-tessuto, oggi possiamo vantare una nuova possibile soluzione per la creazione del TNT basata sulla nuova tecnologia Epson Dry Fiber.

Dalla carta alla moda: l'innovazione Epson al servizio della sostenibilità
In questo contesto di grande cambiamento, Epson ha intrapreso una collaborazione con lo stilista giapponese Yuima Nakazato, volta a ridurre l’impronta ecologica del mondo della moda, concentrandosi soprattutto sulla gestione dei rifiuti, ponendosi l’ambizioso proposito non solo di dare nuova vita ad abiti usati, ma anche di ridurre esponenzialmente la quantità di rifiuti generati durante il processo produttivo.

Una prima, riuscitissima prova di questo ambizioso progetto, ha visto la luce durante la settimana della moda parigina 2024: attraverso la tecnologia Dry Fiber, inizialmente ideata per favorire il riciclo della carta, Epson e Yuima Nakazato hanno realizzato una collezione di abiti non-woven utilizzando scarti di cotone, dando loro una nuova vita.

Del resto, l’artista giapponese non è nuovo a questo tipo di creatività: durante la Fashion Week 2023, infatti, aveva già presentato diversi pezzi creati con materiali di scarto recuperati in Kenya, dove molti paesi occidentali smaltiscono i rifiuti derivanti dal comparto tessile, trasformandoli in un tripudio di colori e texture.

Creatività e responsabilità: un connubio vincente

Il tema della sfilata Spring/Summer 2024 ruota attorno all’opera Idomeneo, composta da Mozart nel 1781 e reinterpretata per l’occasione da Sidi Larbi Chekaoui, che l’ha resa uno spettacolo indimenticabile per quanti si trovassero in front row durante il défilé.

L’opera, che racconta del declino dell’antica Grecia e delle guerre che vi hanno contribuito, ha ispirato lo stilista giapponese nella creazione di capi che si opponessero totalmente alla funzione dell’armatura da guerra, dando vita a pezzi leggeri, quasi impalpabili, come fragili bolle pronte a svanire in un soffio.

All’interno di questo processo creativo, la presenza della stampante per tessuti Monna Lisa, progettata da Epson, è cruciale: la tecnologia Dry Fiber è stata utilizzata per assemblare scarti di tessuto monocolore creando un materiale liscio e innovativo. La collezione presentata in passerella non solo possedeva questa peculiarità, ma poteva vantare anche la presenza di capi stampati della stampante Monna Lisa, attraverso l’utilizzo di inchiostri a pigmento.